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      Elisetta da principio si mostrò renitente; ma persuasa poi da Grifone e Spinardo di Magonza suoi parenti, condescese a' voleri di Berta. E così arrivate a Parigi, Elisetta si sposò con Pipino invece di Berta. La qual Berta intanto, di consiglio de' detti due Maganzesi, s'era fermata in un luogo vicino a Parigi, con pensiero fermato con detti Maganzesi di quindi occultamente partirsi e tornarsene alla patria con l'ajuto de' medesimi. Ma questi la tradirono, perchè, invece di servirla alla volta della patria sua, l'inviarono ad un bosco, con ordini a quelli, che la conducevano, che l'uccidessero. Ma costoro, mossi a pietà, in vece d'ucciderla, la spogliarono e legata ad un albero la lasciarono in preda alla fortuna e tornarono ai Maganzesi, dicendo che l'avevano uccisa. I Maganzesi, per occultare sì atroce delitto, fecero morire tutti quei sicarî, avendo prima anche d'arrivare a Parigi, fatte ritornare in Ungheria tutte le dame ed altre persone, non complici nè consapevoli di sì grande scelleraggine. Berta, intanto che se ne stava così legata, dolendosi e lamentandosi, fu sentita da un tal Lamberto, cacciatore del Re Pipino. Costui, seguitando la voce, si condusse dove stava Berta legata all'albero; e scioltala, alla propria casa la condusse, e la consegnò alla moglie, vestendola d'abiti vili e conformi alla possibilità di lui ed alla povera condizione, della quale Berta disse d'essere. Qui stette Berta cinque anni. Nel qual tempo guadagnò molti danari, di filare ed altri lavori, che insieme colle figliuole di Lamberto faceva.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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