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      Ella partorisce un figliuolo. Rinieri ritruova il padre, che l'ha data ad essere uccisa. Egli è preso e condannato alla morte. La figliuola lo libera, e con somma letizia si gode con Rinieri» - Ecco il brano d'esta novella, che corrisponde alla nostra: - «La giovane infelice, credendosi di andare a piacere, si mise in cammino con coloro, che la menavano alla morte. S'inviò il Maltrova verso Ravenna e giunto in un foltissimo bosco, fingendo egli che si fosse spezzato uno dei legni della carretta, disse alla moglie ed alla giovane che scendessino, acciò ch'egli il legno rotto racconciasse. Scesero le due donne e poi che Cicilia fu in terra, la prese il Maltrova per un braccio e le disse: Raccomanda l'anima tua a iddio75; chè quì, per le mie mani ti convien morire. A queste parole rimase come morta la giovane; e datasi a piangere e gridar forte, Ahi Maltrova, disse, sono queste le nozze a che condurmi vuoi? si trattano così le pari mie? - Sì, disse lo scellerato, così si trattano quelle, che senza riguardo dell'onor delle famiglie fanno quello che hai fatto tu, malvagia femmina; e qui le nozze ti si faranno, che ti si convengono. Conobbe a queste parole la misera, che il padre si era avveduto del suo fallo; e che perciò l'avea data a colui, che l'uccidesse. Ma con tutto ciò si gittò la infelice ginocchioni avanti il Maltrova, e piangendo disse: Io non niego di non avere errato, ma nondimeno io non offesi mai te, nè vergogna ti feci onde tu ne debba far vendetta. Deh, se non vuoi pietade aver di me, abbi almen pietà della infelice creatura, che nel mio ventre si chiude, e non voler dar morte, oltre a me, a chi non peccò mai e non è ancor nato.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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