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      Ersilia. Eh Magagna, non si cangia pensiero per cangiar loco. Quanto più m'allontano dal raggio del mio sole, tanto più cresce in me il desiderio di scaldarmi al suo caldo. Io amo Camillo con zelo di matrimonio, e questo zelo è pur onesto e santo. Ma che cosa fai?
      Magagna. Mi accomodo questo pugnale, dubitando di qualche repentino assalto, perchè colui che accompagna femmine bisogna andar vigilante.
      Ersilia. Sicchè essendo questo mio zelo così onesto.... Ma che moti son cotesti?
      Magagna. Mi metto in guardia e provo come ho da investire e offender colui che per sorte ne volesse assaltare.
      Ersilia. E perciò sarà bene a ritornare a casa, che l'andar a quest'ora per queste strade sospette mi fa temere di alcuno inconveniente.
      Magagna. Tu zappi nell'acqua, se pensi di ritornar indietro. Cammina e zitta!
      Ersilia. Fammi questo piacere!
      Magagna. Non posso.
      Ersilia. Beato te!
      Magagna. Non voglio.
      Ersilia. Per grazia.
      Magagna. Non mi piace.
      Ersilia. Per amore!
      Magagna. Cammina.
      Ersilia. Per pietà, almeno!
      Magagna. Mica.
      Ersilia. Or come sei crudele!
      Magagna. Crudelissimo.
      Ersilia. Che ferro ti cadde dalle mani? Dove mi meni?
      Magagna. Orsù, già che siamo al luogo determinato in questa parte rimota, dove non saremo visti dalle genti, acconciati, Ersilia; e pazienza.
      Ersilia. Che pretendi di fare?
      Magagna. Di rompere....
      Ersilia. Che?
      Magagna. Lo stame....
      Ersilia. Che stame?
      Magagna. Vitale.
      Ersilia. Che vitale, che vuoi?
      Magagna. Voglio....
      Ersilia. Che cosa?
      Magagna. Pertugiare.
      Ersilia. Che?
      Magagna. Il donne....
      Ersilia.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Magagna Camillo Ersilia