» - Tiran su la corda: - «Come la sta la nostra sorella?» - «Uh! non la riconoscereste: l'è ingrassata da non lo poter credere. Anzi la l'ha detto, una di voi la vi vol lassù, per otto o quindici giorni.» - Dice la maggiore: - «Anderò io, verrò io.» - «Oh!» - dice - «venite quella, che volete.» - Partono e via, verso casa. Principia a imboscare, come fece all'altra. E la ragazza dice: - «Quanto c'è per arrivare a casa?» - «Eh» - dice questo assassino - «c'è tempo ancora!» - «Eh» - dice - «mi par mill'anni di veder mia sorella.» - Arrivano a il palazzo: - «Evviva! Evviva!» - tutti, che vengon giù a scortare. Dice la ragazza: - «Ahn, dov'è la mia sorella?» - Lei, la cerca subito la sua sorella. - «Ehm!» - dice il capo-assassino - «mangiate ora, la vedrete poi la sorella.» - «No, davvero, ch'io non mangio, s'io non la vedo, io.» - «Ebbene, conducetela a veder la sorella.» - Accendono una torcia, aprono la stanza mortuaria: - «Ecco, la vedete? E così sarà di voi, se non ubbidirete ad aprirci quando noi si torna. Ci dovete aprir subito, altrimenti finirete come quella. Stanotte noi si
parte e si starà sette o otto giorni. Quando si torna, bisogna che ci aprite subito; altrimenti vi si ammazza.» - E vanno via. La notte partono; e rimane questa ragazza a piangere. Più che la piangeva, non dormiva, si disperava. E quando la notte lei doveva star desta, lei si addormiva. Eccoti gli assassini; picchiano e nessuno risponde. Dicono al marito: - «Non l'ammazzare, poerina; che vòi!» - «Eh!» - dice - «ce n'è un'altra!
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