» - Che ti fanno? vanno giù alle scuderie e prendono i meglio cavalli e si caricano di quattrini, di robe, figuratevi! caricano questi cavalli e vanno via. - «Morti per morti, gua'!» - dice. E principiano a imboscare; perchè, per volere, che andassero a casa, bisognava passa' pel bosco; con una paura potete credere! Ma finiscono il bosco liberi. Vanno al palazzo del Re. I servitori dice: - «Se non fosse morto il nostro padrone, si direbbe che gli è lui.» - S'avvicina al palazzo e i servitori lo riconoscono: urli! - «Ah! Ecch'il nostro padrone! ecch'il nostro padrone!» - La Regina, che giusto la non faceva che[4] piangere, la sente quest'urli; la corre a vedere, la riconosce il figliolo. Vi lascio dire! dalla contentezza la si sviene. Quando s'è riavuta, gli dice: - «Questa è la mia sposa!» - e gli racconta tutto il caso, com'era stato. - «Oh!» - la madre. - «Lo credo poerina, ve lo meritate pur troppo!» - Dunque seguono, per far più breve, le nozze: loro penan poco a sposarsi, si sposano, via. E lasciamo a questi, che stanno in festa; e venghiamo agli assassini. Gli assassini, picchia picchia, uh! nessun risponde. Dice un di quegli: - «'Un l'ammazzare, sai, poerina?» - Dice quello: - «Io non l'ammazzo, cheh! cheh!» - Buttan giù la porta; vanno su; e chiama chiama, nessun risponde. Non c'era, gua'! Principiano a girare il palazzo, vanno alla stanza mortuaria e principiano a cavar tutti i morti: e vedono che manca il figliolo del Re. - «Ah briccona! ora ti s'è trovata dove siei!
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Regina
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