Insomma riprese dal pozzo un bellissimo giovinotto, tutto sfinito per il patimento. Ma Clorinda, avanti d'interrogarlo, gli diede da mangiare e lo fece riavere. Tutti e due si erano belli e 'nnamorati e fissarono di fuggire insieme e concertarono d'andar col carbonaro, rimpiattati nelle balle del carbone. E intanto che il carbonaio preparava, Clorinda aprì la stanza della chiave d'oro, e vide le sue povere sorelle morte a quel modo. Non ebbe coraggio d'andargli vicino, e scappò via subito; che gli pareva sempre ch'avesse a tornare Centomogli. Domandò al giovinotto dove voleva andare. E lui rispose: - «Io sono figlio del Re di Portogallo. Io ti farò Regina e mia sposa.» - Ci si può figurare, se Clorinda era matta per la gioia! Ma per la strada, rinchiusa nelle balle del carbone, ebbe a patire non poco; e il viaggio era lungo e pericoloso fra mezzo a quel nero bosco[4]. Dopo otto giorni arrivarono sani e salvi in Portogallo; ma così rovinati, che il Re non riconosceva più il suo figliolo. Ora, per tornare un passo addietro, dovete sapere che il figliol del Re tre giorni avanti, che arrivasse la Clorinda al castello, era a caccia; e fu preso dagli assassini e messo in quel pozzo nel castello di Centomogli, che era il capo degli assassini. Il Re fece grandi feste, perchè il suo figliolo era tornato con una bellissima sposa; e tutta la corte si messe in gala per lo sposalizio, che fu fatto con molta allegria. Passato due mesi, che Clorinda viveva tanto contenta col suo marito, tornò al castello Centomogli e trovò la porta di casa aperta.
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