Centomogli non desiderava altro! e' gli pareva mill'anni che venisse la notte. E quando tutti furono a letto, lui si levò e andò in camera della Regina. E quella dormiva come tutti gli altri per la magìa dell'orologio. Centomogli andò per prenderla dal letto e portarla via. Ma, quando le persone eran toccate da lui, la virtù dell'orologio spariva. E la Regina al primo tocco si svegliò; e vedendosi davanti quell'omo, che voleva pigliarla, principiò a gridare. Ma era inutile! Faceva sforzi, sonava il campanello. Ma ogni cosa era sorda. Centomogli intanto la levava dal letto. Ma Clorinda con tutta la sua forza s'atteneva al letto e poi alle seggiole e a tutto ciò che poteva agguantare. Finalmente Centomogli la strascicò. Se non che, giunti al mezzo di camera, buttarono giù un tavolino, dove si trovava l'orologio incantato e tutt'e due i mobili si rompèrono. Il rumore fece svegliar tutti, perchè l'orologio rotto aveva persa la sua virtù. E tutti corsero alla camera della Regina, che si era svenuta. Presero Centomogli, lo messero in una prigione e presto lo fecero morire, perchè si seppe che gli era un capo-assassino, e che (dopo gli altri delitti) aveva preso cento mogli e l'aveva ammazzate come Caterina e sua sorella. Clorinda si riebbe, e poco dopo fece un bel bambino; chiamò alla corte suo padre e su' madre; fecero al solito grandi feste, e se ne godettero e se ne stettero e a me nulla mi dettero.
Stretta la foglia, larga la via,
Dite la vostra, chè ho detto la mia.
NOTE
[1] Variante, nella prima parte, della fiaba Gli Assassini; nella seconda del Re Avaro (Vedi lì pe' riscontri). Ha pure de' punti di somiglianza ed appartiene al ciclo stesso dell'Orco e d'Il contadino che aveva tre figlioli.
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