Un giorno, il Mostro la chiamò in fretta e gli disse: - «Senti, Zelinda, se tu non acconsenti a sposarmi, è decretato, che moja tuo padre: già sta male e in fine di vita e non lo potrai più rivedere. Guarda, se dico il vero.» - E, cavato fori uno specchio incantato, il Mostro fece vedere a Zelinda il padre moribondo sul letto nella camera di casa sua[5]. Allora Zelinda, tutta disperata e fori di sè dal dolore, gridò: - «Che viva il babbo e lo possa riabbracciare. Sì, vi prometto, che sarò in ogni modo vostra sposa fedele e subito.» - Non ebbe a mala pena la Zelinda profferite quelle parole, in un tratto il Mostro si trasmutò in un bellissimo giovane. La ragazza ne rimase sbalordita; e il giovane, presala per mano, gli disse: - «Cara Zelinda, sappi, che io sono il figliolo del Re delle Pomarance[6]. Una vecchia strega, toccandomi, mi ridusse a Mostro; e mi condannò a stare in quel cespuglio di rose in questa figura, sino a tanto, che una bella fanciulla non acconsentisse diventare mia sposa. Per grazia tua, Zelinda, eccomi ritornato come avanti. Ora andiamo da tuo padre, che è già rinsanichito; e dopo faremo il matrimonio, ottenuto il consentimento dal Re delle Pomarance.» - Zelinda e il giovane a cavallo si partirono dal giardino; e, quand'ebbero riveduto il padre di Zelinda, tutti assieme andarono nel Regno delle Pomarance, dove il Re, alla vista del figliolo, mancò poco non cascasse morto dall'allegrezza. Il giovane disse al Re quel, che gli era intravvenuto. Ma, alla novella dello sposalizio fissato fra il figliolo e la Zelinda, il Re si turbò fortemente; e fece protesto, che, per quant'obblighi avesse alla ragazza per la liberazione del figliolo, a quella richiesta non poteva acconsentire, perchè da molto tempo innanzi aveva impegnata la sua parola di Re, che il suo figliolo si maritasse alla figlia del Re di Prussia.
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