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      L'omo acconsentì di bona voglia ed anzi fu molto contento nel trovare il vôto del sasso pieno di foglie secche; chè lui non ci aveva mai pensato a farsi con esse un letticciuolo meno duro e più caldo. Il ragazzotto si rannicchiò da una parte quanto più potè, e stette quieto e finse di dormire, perchè era in non piccolo sospetto del compagno. L'omo intanto borbottava fra sè e sè, credendo non essere inteso; e diceva: - «Che cosa regalerò a questo ragazzotto, che m'ha empiuto di foglie secche il mio ricovero, e si tiene così da parte per non darmi fastidio, sicchè pare, che non ci sia?» - Il ragazzotto sentiva bene il ragionamento, ma figurava di essere appioppato. Venuta la mattina disse l'omo: - «Ha' tu dormito, ragazzo?» - E lui: - «Altro! meglio che nel mi' letto. Ma è giorno: devo andar via e girandolare per il mondo, perchè a casa non mi ci vogliono più, e, se ci torno, il babbo e la mamma m'han detto, che m'ammazzano. Scusate l'incomodo. Addio.» - E s'avviava piangendo. - «Aspetta un po', ragazzo;» - gli disse quell'omo: - «Stanotte sono stato contento di te, e ti voglio regalare certe bricciche, che ti possono essere di gran comodo per il mondo. Ecco. Questo è un tovagliolino di filo; ogni volta, che lo spiegherai, se tu gli ordini da desinare, ti darà da mangiare per te e per quanti siete a tavola[2]. Questa è una scatolina; ogni volta, che tu l'apra, ti darà una moneta di oro[3]. Questo è un organino; se tu ti metti a sonarlo, balleranno, sinchè tu voi, tutti quelli, che lo sentiranno.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708