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      E i due sposi camparono felici lungamente. E, alla morte del Re, il ragazzo pastore ereditò il Regno.[6]
     
     
      NOTE
     
      [1] Raccolta da l'avv. prof. Gherardo Nerucci, che l'ebbe dalla bocca dell'Elena Becherini del Montale pistojese. Il Liebrecht annota. - «Zu Grimm (K. M. N.° 36) Tischchen deckdich u. s. w.» - ecc. I riscontri a questa Novella possono dividersi in tre serie diverse. Nella prima serie, il possessore di oggetti incantati li perde per l'astuzia d'una donna e poi li riacquista mediante frutta, delle quali una specie produce un difetto corporale, che vien guarito dall'altra. Nella seconda serie, manca questa ultima parte; ed il possessore riacquista gli oggetti, od impedendo la principessa di frodarlo al giuoco o facendosene amare. Nella terza serie finalmente, due oggetti incantati vengono frodati per sostituzione dagli ospiti e riacquistati mediante il terzo, che suol essere un bastone, che batte comandato senza remissione. Alla prima serie di riscontri appartengono: - I. Gesta Romanorum, il capitolo CXX (dove i fichi fanno diventar lebbroso). - II. La vurza, lu firriolu e lu cornu 'nfatatu (Pitrè. Op. cit.) Tre fratelli trovano sotto tre mattoni della soglia della casa paterna, che il padre s'era riserbati nel venderla, una borsa denenaripara, un ferrajuolo invisibilifico ed un corno, che suscita eserciti. Il maggiore si fa rubare tutt'e tre le cose da una Reginotta; cui poi vende de' fichi, che fan venir le corna; e da cui se le fa restituire, per guarirla. - III. Von dem Schäfer, der die Kœnigstochter zum Lachen brachte (Gonzenbach.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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