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      Desio. Per donde uedeui tu tante cose?
      Piacevolezza. Eran certe uie artificiate, con gradi in modo de scala, da noi fatte, per le qual si ascendea nell'ultimo concauo delli occhi del pesce, da doue discerneuamo ogni cosa.
      Desio. Segui, te prego; che uedesti anchora?
      Piacevolezza. Li pesci ne eran molesti per ogni lato, conoscendo noi dentro gli occhi caminare; ma il nostro, che di ciò se accorse, mordeali e stratiaua con denti, feriua con le spine, et sbattea hor questo, hor quello con squassi del mustazzo, ale, e coda, de maniera, che piccoli e grandi nel geno marino odiauano noi. Ma un giorno, tra gli molti, (discorso il mare, può la mirabile trasformatione, sette fiate) infestaronlo quasi infiniti pesci potenti e marauigliosi, di sopra, di sotto, e d'ogni parte, di modo che per li affanni tanti non potea più far defensa. E per tanto, rilassate le ampie ale, e piegata la affannata testa, finalmente abbandonata la gubernatrice coda, se remesse. Pensa, amico, se eramo gionti à mal partito! Uniti dunque tutti li compagni, se consigliamo far l'ultimo potere: e così ponamo a segno tutte l'artelarie, schioppi, archibusi et bombarde, parte per la bocca, aperta con forza de legnami, et parte per sotto della coda, da doue il superfluo se espurga. Quando ne parse tempo, dessemo foco. Li tuoni forno grandi, il uento multiplice et il fumo. Bolliua il mare, per ogni parte se uedean le gran ferute, altri moriuan subito, alcuni alla morte uicini, stropiaronsi molti, e non pochi, storditi dal romore e nouità, fuggirono: de maniera che libero da tanti affanni restò il nostro, per le onde bellamente prendendo riposo.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708