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      Questo ti basta fin qui del sodo haver inteso, ascolta un poco dell'aere e haverai piacere. Cercata la terra, volando in aere se elleva il drago, per vedere; e nel primo, scontramo le strighe, li demoni tutti, le fantasme, le furie, con le pene; altre anchora figure horrende, de nebule o fumo impastate, che mai in una preseruano, anci quanto pių le sguardi, se scambiano, e fanno altrui qui dal basso uacillare, quando in montagne, boschi, case, castella e cittade, teste de bestie terrene e de pesci uarij, navigi efferati: e in summa quanto mai alcuno si puote immaginare, quiui č la sua sedie e principal imperio.
      Desio. Hai tu uisto la pioggia, le grandine e neue, li tuoni e fulgori, da doue cascano? e perchč soffian li venti tanto uarij?
      Piacevolezza. Si bene. Et hauerai piacere, se tu le intendi. Nota, prima che altro io dica: queste cose tante, che da qui gių se uede nel aere, delle strighe e fantasme paventose, sono suggette uariatamente a proprî signori, che li esercitan doue a lor piace. Et per tanto, alcuno di essi, con sacchi de tela de ragno, come nebule fatti, uanno dentro al mare; e, pieni d'acqua, nell'aere poi le portan suso. Cosė delli fiumi, rivoli e fontane. Altri nelli deserti uanno per siccita; per il freddo, alcuni, nelle gelate parte; molti nelle torride, per il caldo e fuoco; e non pochi, dalle caverne e tra monti li venti eccitando, con li udri sorbino. Variano questi, secondo che a lor patroni segue il dominio, in una o in un'altra parte. Nell'aere gionti poi, quando che hanno fretta, quelli delli sacchi e questi con li udri, strengensi, comprimendo l'un l'altro: e di quel ui č dentro, per forza in gioccie convertito, esce, e gių precipitando per l'aere discende, uince la moltitudine e quella appare.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708