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      Intanto, il giovane vincitore del Mago si avviava al palazzo del Re; ma, arrivato all'ingresso, non lo volsero fare entrare. E sentì nel medesimo tempo il banditore, che annunziava lo sposalizio della Principessa col ciabattino. Ebbe un bel protestare, urlare, che lo facessero parlare al Re; le guardie stettero dure, per ordine del ciabattino, e finalmente scacciarono a forza il giovane di lì. E lui, mezzo arrabbiato192 e mezzo piangente, rifece i passi e tornò all'albergo, ruminando quel, che gli convenisse mesticciare per impedire le nozze e farsi riconoscere per quello, che aveva morto il Mago. Nel frattempo, a corte, la mensa era pronta e di molti gl'invitati. E il ciabattino fu messo accanto alla Principessa, riccamente vestito e con sotto da sette cuscini, perchè gli stasse comodo. Il giovane, in quel frattempo, dopo stato un po' a pensare, si voltò al cane, che gli era a cuccia in su' piedi; e, a un tratto, gli disse: - «To', corri su; va dalla figliola del Re e festeggia lei sola; e, prima che si principî a mangiare, butta all'aria la mensa; poi scappa e non ti lasciar chiappare.» - Il cane ubbidente partì correndo; e saltò diviato in grembo alla Principessa, e lì ad accarezzarla e leccarla senza fine. Lei lo riconobbe. E si rallegrava; e, lisciandolo colle mani, gli domandava del padrone. Ma il ciabattino n'aveva sospetto e voleva, che il cane si scacciasse fuori della sala. Si messe la zuppa in tavola; e il cane, addentato un lembo della tovaglia, tira ogni cosa a sè con tutto l'apparecchio e manda tutto per le terre; e poi, via a gambe giù per le scale, e nessuno potè raggiungerlo e vedere, dove mai fosse andato.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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