Ma il Re la ragione non la intendeva, vedendo che alla su' figliola il corpo gli cresceva sempre. Che ti fa? ordina che senza indugio sia serrata dentro a una torre con delle guardie. E lì ce la tiense finchè lei non ebbe partorito un figliol mastio. E il Re volse, che questo mastio fosse rallevato nel palazzo; e badava a cercare se mai si scoprisse chi aveva ingravidata di niscosto la Principessa. Quando il bambino arrivò a du' anni finiti, il Re, che si struggeva di sapere chi fosse il babbo, fece attaccare per tutti i canti del su' Regno un bando: che a un giorno fissato s'adunassino nella corte tutti i signori e cavaglieri e che lui avrebbe concesso per isposa la su' figliola a quello tra loro, stato scelto dal bambino, con una palla d'oro, che gli voleva mettere nelle su' manine. Al sentire quel bando, anco Gianni pensò d'andare alla Corte. E si messe addosso i meglio vestiti e gli riuscì bucare, senz'esser visto, nella sala dell'adunanza, addove in mezzo, sur un tappeto, c'era il figliolo della Principessa colla su' palla d'oro tra le mani. E, abbenchè Gianni si fosse accoccolato in un cantuccio, nonistante il bambino lo trovava sempre e la palla d'oro la dava a lui. Figuratevi, che stupore di quel Re e di que' signori! La Principessa, poi, diventava quasi matta, in nel vedere la trascelta del su' figliolo, perchè lei Gianni non l'aveva mai cognosciuto. Infine tutti
incattiviti a bono, a spintoni discacciorno Gianni fori di lì. E il Re disse, che quell'adunanza non gli garbava più e che ne voleva fare un'altra col bambino quand'era più grande; tra un anno, via.
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