» - si rizzavano e se ne andavano via; alla servitù, che aveva dintorno, dice: - «Io vorrei sapere, o perchè io devo stare sempre qui?» - «Eh signorina, io non lo saprei neppur io. Lei deve ubbidire ai Suoi genitori. Quello, che vole i' padre e la madre. Lei deve stare all'ubbidienza.» - La stava zitta, poerina! Ma si struggeva: e i' babbo e la mamma, che gli volevano un bene dell'anima, tanto feciono, che seppero perchè la stava così immalinconita. Fu costretto i' Re di fare un invito nella torre della figlia; un invito d'un pranzo, che lui dava: ci fusse di tutto; tutta l'udienza e tutto. Fissato quest'invito, che aveva dato i' Re, apparisce i' tal giorno a pranzo nella torre. Dice: - «Signori, io vi ho invitati quì nella giornata a pranzo da me, per avere un consiglio da vojaltri.» - «Eh Maestà, i' consiglio si dovrebbe prender nojaltri da Lei e non Lei da nojaltri.» - «Anzi da vojaltri. Siccome abbiate da sapere, che la mia figlia è nata sur destino che, compiti che lei avrà i diciott'anni,... è nata sur destino che deve esser portata via da i' vento; - voi, ingegneri, volendola menare fori a passeggio, ci potrebbe essere una maniera, che non fosse portata via da i' vento?» - «Sacra Maestà, fabbricata che fosse una carrozza di ferro fuso con delle buche, tanto per vedere l'aria, i palazzi, questi campanili, queste cupole, questi casamenti, potrebbe vedere gnincosa e non potrebbe essere straportata via da i' vento.» - Gl'ingegneri presono di potergnene fare questa carrozza di ferro fuso.
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Maestà Maestà
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