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      Fu straportata questa carrozza nella torre, aprendo una porta alla volta. I' padre e la madre e la figlia, rivestiti da quello, che gli si apperveniva, entrano nella carrozza tutti e tre, i' padre e la madre e la figlia. Dice: - «Eh quì siamo a i' sicuro! nè io nè la mia figlia non possiamo essere straportate da i' vento! Andiamo, andiamo!» - Sortendo dalla torre, la carrozza va e se ne vanno alle Cascine. Non gli parea vero esser sortita fori, vedendo tutte quelle belle cose, tutti quei bei palazzi, chiese, campanili e tutto. Smirava, l'era mezza grulla in carrozza dalla contentezza. Si dà la disgrazia che, quando sono vicino a i' prato più grande delle sue Cascine, si dà la disgrazia una folata di vento, una ventolazione in grande, che ti sbalza la carrozza e ti porta via la figlia d'i' Re. E i' padre e la madre a piangere fortemente di aver persa la figlia, che non potettero mai sapere in dove i' vento l'avesse straportata. La combinazione fu, che i' vento la straportò in un'isola la più grande, che ci fusse; sur un tetto, che ci abitava una Fata[2]. Poerina, essendo in su questo tetto, che lei non sapeva in dove l'era e dove non era, poerina! piangeva e sospirava, su codesto tetto. E questa fata, che sente rammaricarsi: - «Voglio andare a vedere, che diamine c'è sur i' mio tetto.» - Salisce la fata: - «Chi mai ti ha straportata sur i' mio tetto?» - «Abbia da sapere, che io son la figlia d'i' Re; ed era nata sur i' destino, che doveva essere portata via da i' vento.» - «Per me, ti hai da essere figlia di un Re, ti hai da essere anche figlia di uno spazzaturajo; se vuoi venire giù, vieni; se lavorerai, mangerai!


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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