» - Torniamo a i' padre della ragazza. Che, alla mattina, si sveglia i' suo maggiordomo, se ne va a i' barcone d'i' terrazzo d'i' Re, e, a un tratto: - «Che affare č questo? Oh che bel palazzo sulle Meraviglie! Come mai? Iersera non c'era niente. O sogno o sveglio.» - E comincia a stropicciarsi gli occhi: - «O dormo o sono sveglio» - dice. - «Ma sono sveglio, non dormo.» - Va da Sua Maestą, picchia alla bussola: - «Maestą, si pole passare?» - «Passa, passa.» - «Ah che bellissima cosa, Maestą!» - «Cosa c'č? Cosa c'č?» - «Chiami il cameriere, si faccia vestire; deve venire di lą e affacciarsi a i' terrazzo. Un
palazzo sulle Meraviglie, assai pił bello d'i' suo; e v'č due giovani, maschio e femmina! sono due occhi d'i' sole.» - I' Re, che ti va insieme con i' suo maggiordomo; a mala pena che va sul terrazzo e vede quel palazzo, ti occhia que' due be' giovani, tra maschio e femmina, i' suo sangue a un tratto gli faceva i cavalloni. - «O caro Maggiordomo, chiamami i' mio servo, e digli indispensabilmente, che vada lą nin quel palazzo e gli dica: Sua Maestą li riverisce tutti e due; vorrebbe sapere lui da che parte vengono e da che parte non vengono.» - A i' servitore gli dice Bella-Gioja i' giovinotto: - «Non posso spiegare qui n'i' mio appartamento. Pagherei di essere in conversazione da Sua Maestą e gli spiegherei i' tutto. Andate e ditegnene a Sua Maestą.» - «Sissignore.» - Si leva i' cappello. - «Adesso porterņ l'imbasciata e la risposta, che gli manderą Sua Maestą.» - Va i' servitore davanti a i' Re: - «Maestą, son due occhi di sole, proprio educatissimi n'i' discorrere, n'i' parlare e tutto.
| |
Meraviglie Sua Maestą Maestą Meraviglie Maggiordomo Sua Maestą Bella-Gioja Sua Maestą Sua Maestą Sua Maestą
|