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      ... era chiamato dalle donne Genovesi M. Nicolò dalla Bella Gioja, ecc.» - Q. V.
     
      [4] Altro, che, qui è modo ellittico per non altro, se non che.
     
      [5] Sédere, sdrucciolo, in vece di sedère, piano. Vedi pag. 472 tra le note alla novella seguente di Leombruno.
     
      [6] Queste risposte a sproposito rammentano il dialogo tra Calasiride e Tirreno (nell'Etiopiche d'Eliodoro, Libro V.) sulla spiaggia di Zacinto: - «Non era molto ancora dal lito dilungatomi, quando io veggio un vecchio pescatore sedersi dinanzi a la porta di casa sua, acconciando le reti rotte d'un altro pescatore. Fattomigli dunque vicino, gli dissi: - Dio ti salvi, buon uomo; saprestimi tu insegnare, dove io potessi trovare alloggiamento? - Et egli mi rispose: - Colà, vicino a quel capo di monte, che sporge in mare, appressatosi ad uno scoglio, si squarciò come tu vedi. - Io non cerco di sapere questo, diss'io. Ma tu ti porteresti bene e cortesemente, se o ci ricevessi tu, o ci guidassi a qualcun altro, che ci desse ricetto. - Non già io, diss'egli, perciocchè io non navigava con esso loro; nè Tirreno avrebbe mai commesso un tal fallo, nè si sarebbe stancato per la vecchiezza. Ma e' sono stati certi fanciulli, che hanno fatto questo errore; perciocchè, non avendo contezza de gli occulti scogli, la trassero, dove non convenia. - Io pure a la fine accortomi, che costui avea l'udir grosso, alzato alquanto più la voce, gli dissi: - Dio ti salvi! insegnami di grazia, perciocchè io son forastiero, dove io possa alloggiare.» - (Traduzione di Leonardo Ghini MDLVI) Ecco come Giambattista Basile nel Teagene, (Canto X. Stanza XII-XV di quel poema postumo, impresso a Roma MDCXXXVII) rende questo brano:


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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