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      Io gli ho detto: Tre ce ne ho. - Se mi prometti di portarmi una delle tue figlie, ti farò riacquistare il primo bastimento, che te perdesti.» - La maggiore delle figlie: - «Bene, o che male, eh? signor padre. Non sospiri più, nè pianga. Vengo e vengo volentieri.» - «Come, nelle mani di un serpente andate volentieri?» - «Non è niente, sa, signor padre.» - Se ne vanno a letto. - «Domani, signor padre, io sarò bell'e pronta.» - «Avete un gran coraggio, figlia mia.» - La mattina si alza la figlia, si veste e tutto. Preparata che è, va alla camera del suo signor padre. - «Signor padre, quando si deve partire, son bell'e pronta.» - «Eh figlia mia, avete un gran coraggio!» - Allestito che era anche il padre, prende la figlia e via a braccetto te la straporta in questo prato. Quando è a una distanza di diverse braccia, salta fori il serpente dalla buca. - «Caro mercante, vieni avanti te, e mandamela via! non la posso vedere.» - E va avanti il mercante e gli fa alla figlia: - «Vai, vai a casa.» - «Tieni, gran mercante; questa è una borsa di luigi d'oro[4]. Va alla riva del mare e troverai quel primo bastimento, che tu perdesti; ma con questo, portami una di quell'altre, che ti rimane, domani.» - Il mercante era allegro, perchè va alla riva del mare e trova il primo bastimento, che lui aveva perso: - «Oh questo è ritornato! meno male!» - Va dalla figlia bona e gli racconta il fatto, come io ho detto. - «Potrebb'essere, caro signor padre, gnene porterà quell'altra domani, ma non sarà fatto niente di nulla.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708