Pagina (489/708)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Lei, la figlia del mercante, alza gli occhi al cielo e la mano. - «Comandi, signora.» - «Un vasettino d'unguento prezioso!» - Gli apparisce il vasettino d'unguento prezioso e unge la ferita dello sposo, che lei doveva avere; e così viene a guarigione. La sera, quando a lei pare, che sia vicino le dodici, la risponde: - «Maggiordomo, guarda la tua ripetizione e dimmi che ore sono.» - «Regina, è le dodici vicine.» - Alza gli occhi e la mano; e sente una voce, che dice: - «Comanda, Regina.» - «Comando la solita spada e due bottiglie di licore.» - Tronca il collo a tutt'a due le bottiglie. Una la dà a il suo maggiordomo e una se la beve per sè: - «Forza e coraggio, maggiordomo, per liberare il tuo padrone.» - Scocca le dodici e un grossissimo scatenìo. Se la prima sera ne venne parecchi, la seconda sera altrettanti di soprappiù de' demonî. Cominciano a combattersi. Batti, batti, batti, quand'è lo scocco del mattutino, sparisce i demonî; e si vede in carne in sin quì il serpente. Rimasto ferito, lei, con il medesimo balsamo, unge la ferita e viene a guarigione: l'era rimasto ferito a una coscia il serpente: - «Vedete, carissima sposa, che queste due volte, il vostro legittimo sposo, che deve essere, in tanto è carne. In quest'ultimo combattimento, se mi liberate, si sarà sopr'a terra subito.» - Come difatti, ci s'approssima la terza sera. - «Maggiordomo! guarda, che ore sono.» - «Regina, vicino alle dodici.» - Alza gli occhi al cielo e chiede la l'istessa[7] spada e tre bottiglie di licore: una la dà a il suo maggiordomo; una la beve di per sè; di quell'altra, mezza lei e mezza il suo maggiordomo: - «Allò! maggiordomo!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Regina