Pagina (491/708)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma non sapete niente voi, eh? Il Re, il figlio del Re è in camera sua, che scrive due versi a il suo padre, che venga al riscontro di lui e della sua sposa, che lui deve prendere. Il padre, io vi ho da dirvi questo, verrà a il riscontro del figlio, gli farà delle garbatezze e cose simili; ma se n'invaghirà della nora, che lui deve avere. Il padre, sapendo che il figlio gli piace tanto le mele, gli farà avvelenare il suo melo; ed, appena arrivati nel palazzo, gli dirà: Figlio mio, è tanto tempo che non avete mangiato mele, andate nel giardino e levatevene la voglia. Ma, se il suo maggiordomo, che gli vole tanto bene, che è stato un anno e tre giorni sottoterra con lui, non gli si allontanasse mai dal fianco; e, quando fosse per pigliare la mela, gnene strappasse di mano e gnene buttasse via; sarebbe libero da il veleno della mela. Ma quì, se ci fosse qualcuno, che ne sentissi e ne parlassi, di pietra e marmo diventassi.» - Risponde il terzo di quell'incappati e dice: - «Quando il padre vedrà, che è libero da il veleno della mela, gli farà avvelenare il pasticcio, che deve avere avanti. Con politica d'il suo maggiordomo, gli si mettesse al suo fianco, che quando il suo Re è per prendere il pasticcio, per metterselo alla bocca, gli prendesse il pasticcio, lo buttasse via e gli mettesse il suo davanti, sarebbe libero anche da il veleno d'il pasticcio. Ma qui, se ci fusse qualcheduno, che ne sentissi e ne parlassi, di pietra e marmo e' diventassi.» - Ecco l'ultimo incappato, che risponde e dice: - «Tra il veleno del melo, tra il veleno del pasticcio, vede che è libero; eh! di nottetempo, alle ore dodici, gli farebbe apparire un grosso leone in camera per divorarlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Figlio