Pagina (497/708)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il Re, abbiate da sapere, che č qui insieme con nojaltri. Sua Maestą.... che credete, che non ci fusse rimedio per Sua Maestą di riavere in carne il suo maggiordomo? Altro! Perchč Sua Maestą, ch'č qui, quando lui partirą di qui, dalla locanda, per andare inverso la sua cittą, inverso l'ora di mezzogiorno sentirą un gran sonģo di campane, cannonate, schioppettate, da tutte le parte. Sarą la sua sposa, che partorirą due bellissimi maschi.» - «Questo» - risponde l'ultimo incappato - «ch'č il bello, che se Sua Maestą avesse tanto di coraggio e lo facesse di bon core, quando lui č da entrare nel suo palazzo, scambio di prendere la scala maestra, prendesse quella secreta, vedrebbe tutt'e due i suoi bimbi in una culla, bianchi e rossi, poerini! Ma se lui lo facesse di bon core, di prendere una bacinella con una spugna (ma badate! sapete? lo deve fare di bon core!), li prendesse a uno a uno: con la spada, che ha a il suo fianco, li scannasse tutt'e due, che il sangue ne andassi in codesta bacinella; andesse nel gran salone d'udienza innanzi al maggiordomo; e lo bagnasse dal capo insino ai piedi col proprio sangue dei suoi figli; avrebbe il suo maggiordomo vivente, sano e salvo, e riavrebbe i suoi figli in bona salute. Ma sempre ragionare di farlo di bon core.» - «Felicissima notte!» - «Felicissima notte!» - «Felicissima notte!» - e - «Felicissima notte!» - Mattina, il Re parte dalla locanda. Quand'č verso l'ora di mezzogiorno, sente un gran sonģo di campane, cannonate, schioppettate da tutte le parti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Maestą Sua Maestą Sua Maestą Sua Maestą