» -
Per Arte quella donna se n'andava,
Nè arme, nè caval non gli lasciava.
Nè arme, nè caval non gli lasciò,
Liombruno in un bosco fu entrato,
Dove che tre malandrini trovò,
Che ciascheduno parea disperato.
Nel secondo cantare vi dirò,
Ciò che al Cavaliero fu incontrato,
Di Liombrun dett'ho il primo cantare,
E la seconda parte vò contare.
CANTARE SECONDO
Signori, dissi nell'altro cantare,
Come Liombruno dal Corsar scampò;
Di punto in punto v'ebbi a ricordare,
Come per grand'onor al padre andò.
Ed io vi dissi quello, ch'ebbe a fare,
Come madonna Aquilina il lasciò
Senz'arme e (quel, ch'è più) senza cavallo,
E come s'incontrò in un gran fallo.
Tre malandrini avevano rubbato,
Duoi mercanti e morti a gran furore,
E lor denari avevano essi a latoSopra una pietra per partir allore (sic.)
Ciascuno quivi parea disperato,
Insieme facendo essi gran rumore.
Per darsi morte le spade son tratte,
Per un mantello, per un par d'osatte.
E quel mantello lo voleva l'uno,
L'altro le osatte, nè si può accordare;
Al terzo poi non ne rimaneva uno,
E tutti tre si ebbero a crucciare.
In tanto ivi arrivava Liombruno;
E quando lui gli vide così stare,
Il più antico di loro il chiamò;
E Liombruno prestamente andò.
E sì gli disse: - «Amico valoroso,
A queste cose abbi gran providenza,
D'esto mantel, ch'è tutto grazioso,
Di queste osatte dacci la sentenza.» -
E Liombruno sì gli ebbe risposo:
- «Acciò che possa dar giusta sentenza,
La virtù del mantello voi mi dite,
E delle osatte poi che voi sentite.» -
Uno di loro, ch'era più saputo,
A Liombruno si prese a parlare,
| |
Arte Cavaliero Liombrun Liombruno Corsar Aquilina Liombruno Liombruno Liombruno Liombruno
|