Ed egli allor si ricordò di quello,
Liombruno gentil, Signor gradito,
Sopra il tagliere lo lasciava gire.
La donna il vide, e presto prese a dire:
- «Questo è l'anel, ch'è tanto grazioso,
Ch'a Liombruno diedi quella volta!
Ancora l'averia fatto giojoso,
Se la virtute non gli avesse tolta.
Sempre il mio core ne sarà doglioso,
L'alma mia in pena si è rinvolta.» -
A la passion che la donna ha sentita,
Svenne, ed al suolo cadde tramortita.
. . . . . . . . . . . . . .
E la donzella di camera uscia,
Come la donna gli avea ordinato.
Nascosto Liombrun dentro ne gia,
Ed alla sponda lui si fu accostato.
Quella donna pel gran dolor dormia;
Appresso lei egli fu appoggiato,
Al chiaro viso, e in bocca l'ha baciata:
Allor la donna si fu risvegliata.
E Liombruno il mantel si mettea,
Sì che la donna nol vedea per niente,
Subitamente quella allor diceaIn fra sè stessa: - «Lassa me dolente,» -
(Che Liombruno morto ella credea),
- «Io me lo insognava certamente!
Tapina me, ch'io non ho più conforto,
Questo è segnal, che Liombruno è morto.» -
Allor la bella donna imantinente,
Un'altra volta si mise a dormire,
E Liombruno fece similmente,
Il mantello fingendosi scoprire.
Ma ella si voltò ben prestamente;
Che col mantel non si puote coprire.
Ed alquanto lo vidde ella per certo,
Prima che col mantel fosse coperto.
Di dormire Aquillina allor s'infinseE Liombruno il mantel si è levato.
Ella fu presta e con le mani il cinse,
Prima che Liombrun l'abbia indossato;
E così fortemente ella lo strinse,
Dicendo: - «Liombrun, chi t'ha insegnato
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