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      Si sa molto bene che i pittori!... Cosa ti fa Franceschino? te l'accomoda e tutto; e, a ora quieta, te lo porta nella camera del signor Giovanni e gnene mette accanto allo specchio, che quando il signor Giovanni faceva la toaletta e lo vedeva subito. La mattina, si alza il signor Giovanni; e se ne va al suo quartiere, allo specchio a fare la toaletta. Un tratto: - «Ohimè!» - dice - «che cosa è questa!» - e rimane stupito. - «Franceschino, Franceschino!» - «Come, signor Giovanni?» - «Vieni quà, davanti a me. Cosa io ti dissi, che io volto di femmina non lo voleva?» - «Che vole, signor Giovanni, perdoni e compatisca, che i pittori son pazzeschi, sono. Cosa gli viene per la testa, bisogna che faccino. Mi è venuto per la testa questo e io ho fatto questo.» - «Dilontanatevi da me!» - Ora di digiunè, non era più chiamato; ora di pranzo, non era più chiamato; ma tutto quel, che gli serviva, gli era portato nel suo laboratorio. - «Anco così si va innanzi; mangio anche così. Non m'importa di mangiare col signor Giovanni. Tutto quel, che mangia lui, viene anche costì: si mangia per tutto!» - fa Franceschino. Il signor Giovanni, in capo a qualche po' di tempo, chiama Franceschino: - «Franceschino!» - «Comandi, signor Giovanni!» - «Devi prendere quel quadrettino, che te facesti; te lo devi mettere nella tasca ladra del tuo soprabito, te lo devi mettere; e andartene alla riva del mare di Costantinopoli; e fare staccare il mio bastimento. Tanto a piedi che nel bastimento, tu devi girare tutto il mondo; e mi devi promettere di portarmi un ritratto, come te hai fatto.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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