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      C'era un bellissimo giardino con piante di limoni e di tutti innesti nel bastimento. Se ne vanno al primo piano, che c'era un bellissimo salone con un bellissimo digiunè grande e intorno intorno tutte siede. Fa portare bottiglie, confetture, paste, cose simili. - «Si deve rinfrescare» - fa alla conversazione d'i' carbonaro. - «Oh» - il carbonaro - «Bello! bello! belle cose! Non n'ho mai visto! N'è venuti dei bastimenti; ma non pieni così di tutte queste belle rarità!» - Dice Franceschino: - Signori, verranno a questi altri piani. L'abbiano da sapere, che io ci ho un terrazzo; che torno torno a questo terrazzo ci è diversi vasi, tra fiori e limoni e aranci.» - Ah, se ne vanno su, sulla terrazza. Il Carbonaro dice: - «Ah qui siamo nelle mani degli assassini.» - Franceschino dice: - «Come nelle mani degli assassini? Siete nelle mani di due giovani di garbo.» - «Non sapete, che io sono distante da' miei appartamenti quelle tante e tante miglia? Noi siamo nelle mani degli assassini.» - Francesco cava di tasca quel ritrattino, che egli aveva fatto: - «Prenda questo ritratto quì; l'esamini alle Sue figlie; come somiglia?» - «Tutto mia figlia maggiore, tutto mia figlia maggiore.» - «Dunque[4] nelle mani degli assassini non siete, caro signore; siete nelle mani di due giovani di garbo. Vostra figlia la devo portare in Costantinopoli al suo legittimo sposo, che lei toccherà a sposare.» - «Quando questo è, tiriamo avanti il vostro viaggio.» - «Viene per andare nelle mani d'un signorone, più ricco che ci sia in Costantinopoli.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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