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      » - «Oh» - dice - «gli è tanto!» - «Si che venisse in questo contrattempo, io vorrei fare una bellissima scommessa fra me e lui. Prendo l'impegno di stare dieci minuti insieme con la sua sposa. Che, se ci sto, pena la testa a lui; se non ci sto, pena la testa a me. Questa è la scommessa, che io fo. Se avete luogo di poterlo vedere e di potergnene fare assapere questo affare qui, mandatemi ad avvisare, che io vengo subito qui, per fare questa scommessa.» - «Sì, signor Giuseppe.» - Dice: - «Addio, caffettiere.» - «Addio, Addio.» - «Avete inteso quel, che io vi ho lasciato detto.» - Va via il signor Giuseppe, com'io ho detto; e di lì ad una decina di minuti come fusse mezzo quarto d'ora, eccoti qua il signor Giovanni nella bottega d'i' caffettiere. - «Oh signor Giovanni, benvenuto! Vede, se Lei era venuto avanti una decina di minuti e qualcosa, Lei ci trovava il signor Giuseppe.» - «Ah, quello sciocco?» - fa il signor Giovanni. - «Ha lasciato una imbasciata.» - «Un'imbasciata ha egli lasciata?» - «Ha lasciata un'imbasciata, che fa volentieri una scommessa.» - «E che scommessa vo' fare?
      » - «Di stare dieci minuti con la Sua sposa.» - «La faccio, la faccio! E che scommessa vol fare?» - «Se ci sta, pena la testa a voi: se non ci sta, pena la testa a lui.» - «La faccio! la faccio! Andate a chiamarmelo!» - Spedisce un giovane di bottega, vanno intorno per vedere, se trovano il signor Giuseppe. Questo giovane, te lo vede da lontano: - «Signor Giuseppe! signor Giuseppe!» - «Cosa c'è?» - «C'è il signor Giovanni, che l'attende a bottega.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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