Io, Lei mi deve menare in casa sua e rivestirmi dal capo insino ai piedi come una signora. Prendo una carrozza, un carrozzino fori di porta di Costantinopoli; e di mezzanotte così anderò a picchiare alla porta del signor Giovanni di Costantinopoli; e passerò di essere sua sorella del signor Giovanni. Che, benchè Lei sappia, che non ha parenti da nessuna parte, posso passare di essere sua sorella del signor Giovanni con questo inganno, che è qui; che non si sappia, che ci son neppure in questo mondo.» - Te la riveste e tutto, gli prende questo carrozzino, te la pianta drento e via. Quando gli è vicino alla porta del signor Giovanni, sorte di carrozza la vecchia. Sona il campanello questa vecchia. La sposa del signor Giovanni sona il campanello alla sorella, come a dire: - «Vai a vedè' chi è a quest'ora bruna: sona il campanello! Non so, che affare possa essere.» - Va a aprire: - «Chi è?» - «Scusi; ci è un appartamento qui del signor Giovanni di Costantinopoli?» - «Sì, gli è l'appartamento; ma non ci è, sapete, è fora.» - «Oh questo mi rincresce! Io era venuta (avendo saputo di tante miglia lontano, che mio fratello era stato sposo), era venuta a fargli una visita. Ma la sposa non c'è?» - Dice: - «Sì. Adesso vado a dirgnene alla signora.» - «Fallo, sì; e digli, ch'è la sorella del signor Giovanni, che non sa neppure, se egli abita più in questo mondo, dagli anni, che gli è, che non ha visto più il suo fratello.» - Dice la Rosina alla sorella: - «Dammi la mia veste da camera. E te, vagli ad aprire; e falla salì' su.
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