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      Gli va la squadra e li sofferma: - «Fermi là!» - Il signor Giovanni, che sente dire: - «Fermi là!» - mette il capo fori dello sportello, e vede, che è la polizia. Dice: - «Signori, cosa comandate?» - Dice: - «Eh, signor Giovanni, Lei è in arresto.» - «Oh! quando io sono in arresto, io pagherò quello, che io devo pagare.» - Sorte di carrozza, paga la vettura, e se ne va via in mezzo alla polizia. E il popolo di Costantinopoli, che ti vede il signor Giovanni nin bel mezzo della polizia: - «Poero signor Giovanni, che ha egli fatto? Guardate in che mani, che egli è!» - tutti dispiacenti. Menato in Delegazione, davanti ai giudici: - «Signor Giovanni, ben arrivato.» - «Ben trovati, signori.» - Dice: - «Venga qua, Lei. Vede la sua camera? Che la riconoscerebbe, Lei?» - «Altro se la riconoscerei.» - Quindi prendono i' disegno. - «Non c'è un pelo, che pende, come sta la mia camera e come sta il disegno, che è stato fatto.» - «E questa gioja la conosce, signor Giovanni?» - «Altro se la conosco! è l'anello d'i' matrimonio.» - «Benissimo.» - fa i' giudice. - «Questi, sono un rivoltino de' capelli della sua collottola di Sua moglie. Li riconoscerebbe? Che possono esser suoi?» - «Eh altro, se son suoi anche questi! Benissimo, la mia testa la pagherà.» - Portato via dalla polizia, e scritto l'ora, il momento e i' giorno, che lui gli doveva esser fatta la testa sulla piazza di Costantinopoli. Un bisbiglìo per tutta Costantinopoli: - «Guarda, poero signor Giovanni! l'ha avuta la bella sposa e gli tocca ad andare alla morte per la sposa!


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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