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      » - Un bisbiglìo, che non finiva mai. Voglio dire, che anche la sposa d'i' signor Giovanni sentiva questo bisbiglìo; ma non raccapezzava nulla, che cosa fosse e che cosa non fosse questo ronzìo. La sposa la fa, la chiama la sorella e gli dice: - «Senti, come viene domani la lattaja, tu gli hai a dire, che la salga su da me, che io ho bisogno di parlargli.» - Viene la lattaja, la mattina. La sorella della sposa gli dice: - «Sapete, lattaja? la mia sorella sù ha bisogno di parlarvi.» - «Parlarmi? cos'ha ella da sapè' da me?» - con un atto di superbia, perchè la sapeva, che l'aveva da andà' alla morte il suo sposo. La non voleva ire, la non voleva ire, ma poi la salì dalla sposa de i' signor Giovanni. Sale sù. Saluta, quando è davanti alla sposa de i' signor Giovanni. - «Signora, ben alzata» - la gli fa la lattaja. - «Che vuol Ella da me?» - «Che superità ha Lei, di rispondermi in questa maniera?» - la gli fa la signora alla lattaja. - «Io mi vergogno inclusive anche a discorre' con Lei.» - «In che motivo?» - «Il motivo gli è, che domani, all'undici, sulla piazza di Costantinopoli, devon fa' la testa al Suo sposo.» - «A i' mio sposo? gli devon fa' la testa?» - «Sì, per cagion Sua.» - «Per cagion mia?» - «Lei è stata una notte insieme con il signor Giuseppe di Costantinopoli nel letto Suo.» - «Io, sono stata? chi è questo signor Giuseppe di Costantinopoli?» - la fa questa sposa alla lattaja. - «Eh, Lei ci ha dormito insieme!» - «Chi è questo signor Giuseppe? Gradirei di conoscerlo, perchè, da quando io l'ho dato a balia, non ho avuto il piacere di vederlo.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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