Sai, lattaja, porta latte bono e burro di quello bono e vieni di bon'ora, che farai colezione fra me e te e la mia sorella. E te allora m'insegnerai, chi è questo signor Giuseppe; perchè io non lo conosco; non conosco signori Giuseppi, io. Vieni e non mancare, veh! farai colezione con me, perchè io voglio liberare dalla morte il mio legittimo sposo innocente. Tanto io che lui, innocenti tutti e due.» - La mattina, a bon'ora, ritorna la lattaja dalla signora con i' burro; e preparano una bona colezione. Semelli e chifelli arrosti imburrati e tutto. Rispose alla lattaja la signora: - «Mangia, perchè adesso vado a prepararmi, perchè poi devo andar via.» - Lei si carica in un fazzoletto bianco tutte gioje; le rinvolta in questo fazzoletto e le mette nelle tasche del suo vestuario, che lei s'era messo addosso. Allora: - «Ora partiremo, per andare su i' Ponte-Vecchio[9] di Costantinopoli da i' mio orefice.» - La signora e la lattaja vanno. Entra drento in bottega d'i' suo orefice.-«Ben arrivata!» - «Ben trovato, orefice. Prendetemi la misura a questo piede quì di una pianella; e questa, che è qui, deve essere guarnita con tutte queste gioje. Che al momento sia pronta.» - L'orefice fa: - «Oh che si cammina cor un piede?» - «Eh! quell'altra, me la faccio arrende' da chi me l'ha rubata.» - «Faccia una piccola giratina per i Lungarni, torni addietro e la troverà la pianella bell'e fatta.» - Torna addietro: - «Ecco, signora. Venga, venga; se la provi.» - Se la prova: la gli stava benone, codesta pianella.
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Giuseppe Giuseppi Ponte-Vecchio Costantinopoli Lungarni
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