» - Furono presi pell'aria tutti e due per istraportarli nel suo palazzo. Nin questo contrattempo, torna Franceschino con il socero, la socera e i' cognato d'i signor Giovanni. Danno i' tocco d'i' cannone: corre la famiglia d'i signor Giovanni. Lui, che sente questo: - «Eh addietro alla riva d'i' mare! è i' riscontro di Franceschino!» - disse i' signor Giovanni. Smonta Franceschino, la socera, i' socero, i' cognato da i' bastimento e vengono sopra a terra. I' signor Giovanni, che gli va incontro, abbraccia Franceschino e te lo bacia e tutto i' resto. Straportato ne i' palazzo d'i' signor Giovanni di Costantinopoli, manda i' signor Giovanni a prendere i' padre, la madre e la sorella di Franceschino, che fossero straportati nel suo palazzo: e vennero. Franceschino sposò la cognata d'i' signor Giovanni; e i' fratello della Rosina (che era la moglie d'i' signor Giovanni) sposò la sorella di Franceschino. Fecero due sposalizî in grande, che gli diedero da mangiare pane e vino e tutto i' necessario ai poveri di Costantinopoli per sei mesi. Festa in grande, che da sè se ne godettero e a me nulla dettero.
Stretta la foglia e larga la via,
Dite la vostra, che ho detta la mia.[10]
NOTE
[1] Il Liebrecht annota: - «Gehört in den Kreis der Erzählungen, die v. d. Hagen Gesamtabent N.° LXVIII Zwei Kaufmänner und die treue Hausfrau behandelt hat. S. auch Reinhold Köhler in Lemcke's Jahrb. VIII. 44 ff.» - Vedi Pitrè (op. cit.) LXXV. La stivala, ed anche LXXIII Ervabianca (che il Pitrè ha pubblicata anche in Italiano con qualche modificazione in una strenna stampata a Milano nel M.DCCC.LXXII e chiamata L'Adolescenza). - Gonzenbach (op. cit.
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