» - Detto fatto, ritornano addietro, e il Re s'avvezzò a non si lamentar più della su' scontentezza, e s'accomodò a quel che dio gli mandava.
NOTE
[1] Narrata dalla Luisa Ginanni del Montale Pistoiese e raccolta dall'avv. prof. Gherardo Nerucci. Nimo, cioè nessuno. Fagiuoli. Il sordo fatto sentir per forza. - «Laura. Ma s'io non lo scoilto dire a nimo a codesto moe. Frasia. Se tu non lo scoilti dire a nimo, te lo dich'io; e bada a me e non a nimo. A nimo, eh? A nessuno dei dire.» - Confronta con la Novella I della Giornata.... del Pecorone.
[2] Chi sa quante volte non avrà pensato come quel marito, che, (in un sonetto di quel Zanetto, mentovato a pagine 136-137 del presente volume), alla moglie, la quale biasima i vivicomburî delle Indiane sul cadavere del marito:
- «Hai ragion» - le rispose - «è una follia.
Che giova, a chi nol sente, un tanto amore?
Ti regola altrimenti, moglie mia.
«Non aspettar, ch'io giunga all'ultim'ora;
Anticipa, mio ben, bruciati in pria,
Ed io dirò: Che moglie di buon cuore!» -
XXXIV.
FIORINDO E CHIARA STELLA[1]
Un Re andava a caccia; e una volta, nel girare, incontrò un contadino226, che per una selva strolagava di notte le stelle. Dice il Re: - «Oh! che fate voi costì?» - «Strolago le stelle.» - «Per farne che? Vo' non potete esser capace.» - «Capace i' sono; e fo la strolagazione, perchè ho la moglie soprapparto, che m'ha da partorire un bambino; e le stelle prognosticano, che lui sarà il Re di Spagna.» - A questo discorso il Re si sturbò, perchè lui gli era proprio il Re di Spagna in persona e figlioli maschi non n'aveva per legittimi eredi.
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