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      Solo lì nel bosco, pensava da che parte andare; e principiò a camminare a caso; e cammina cammina, gli eran vicine le ventiquattro, e la stracchezza e la fame gli devano alle gambe. Sicchè si fermò al cancello di un giardino, addove dentro il giardinieri annacquava le piante e i fiori; e, nel voltar gli occhi, vedde Fiorindo. Dice: - «Chi siei? che vo' tu?» - «Sono un poero ragazzo insenza babbo, nè mamma; e sono stracco morto e ho fame. Che mi piglieressi costì nel giardino ad aitarvi? Mi contento del mangiare.» - Al giardiniere gli era garbato dimolto il giovinotto, soltanto a mirarlo; sicchè gli arrispose: - «Vieni pure, qui da mangiare non ne manca. Il giardino gli è del Re di Spagna e io sto al su' servizio.» - In quel mentre, che Fiorindo abitava col giardinieri, il Re andeva spesso a spasseggiare per il giardino, e nell'imbattersi con lui gli garbava. Gua'! ci sono sempre le persone, che incontrano! Sicchè un giorno gli disse: - «Fiorindo, tu ha' da vienire con meco per camberieri.» - A Fiorindo non gli parve vero; e fu alloggiato nel palazzo reale, e vestiva il Re e sempre accosto alla su' persona. - Ora, bisogna sapere, che questo Re de' maschi non n'aveva punti; bensì aveva una figliola di tredici anni, che si chiamava Chiara Stella; una bellezza da non si dire; manierata, gentilina, con una faccia di sole, sempre piena d'allegria. Vo' capite quel, che gli accadde. È facile, che i giovani s'innamorino nel solo vedersi, massime se s'intendono tra di loro. Fiorindo preparava tutte le mattine un mazzolino con un po' di geranio, un po' di dittamo, delle rose, delle viole ammammole; e, quando Chiara Stella sortiva per il giardino in compagnia della camberiera, lui glielo dava.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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