Discorsi non se ne facevano, ma cogli occhi parlavan meglio che colla bocca. Insomma, finirono col volersi un ben dell'anima, e tutti se n'erano accorti all'infori del Re. Già, i babbi e i mariti son sempre ciechi a bono. Ma, in nelle corti, degl'invidiosi ce n'è dovizia; e tutti gli altri servitori astiavano all'arrabbiata Fiorindo, perchè il Re l'aveva sempre d'attorno e si confidava con lui d'ogni cosa. Cominciorno dunque a fargli la spia e a riportare al Re, che lui faceva all'amore colla su' figliola. - «Chê,» - arrispondeva quel Re mammalucco: - «Non la posso credere tanto sciaurata la mi' figliola, da mettersi a fare all'amore con un camberieri.» - Ma la badaron tanto quelli astiosi, che una sera la fecian trovare assieme con Fiorindo, che si discorrevano da soli. A quella vista, il Re, impermalito che lo tradissero nella su' fede, pensò subbito al gastigo. Sicchè diede ordine, che Chiara Stella fusse dilontanata dal palazzo e mandata al fratello del Re, che lui pure era Re del Portogallo. E gli scrisse, che la tenessi custodita. Sì, tieneteli anco in prigione sotto terra gl'innamorati, che tanto loro trovano il modo di darsi le novità! Cominciorno dunque a scriversi; ma una di queste lettere capitò in nelle mani d'un servitore, che la portò al Re. Dice il Re: - «Questa lettera è di Chiara Stella!» - e gli venne a lui tanta rabbia, che l'amore per Fiorindo lo trasmutò in barbarità. Lo fa chiamare e gli dà una lettera sigillata, che la porti al Re del Portogallo. E nella lettera c'era scritto, che 'l corrieri dovesse essere impiccato drento una settimana.
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