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      » - Il Re, a sentir questa novità, in sul principio si rallegrò tutto. E gli addimandò al figliolo, chi era questa sposa, e lui glielo disse. Dice il Re, tutto sconturbato: - «Ma come? una figliola d'un ciabattino! E' non è una donna per un Re. Che direbbe la nobiltà e tutto il popolo a vedere una ciabattina sul trono di Portogallo? No davvero, questo matrimonio non si può fare.» - «Signor padre,» - disse allora Pietro: - «Mi dispiace, che Lei non sia contento: ma io gli ho promesso e gli ho dato parola di Re, a questa ragazza, di sposarla. Dunque, bisogna, che la sposi.» - «Quand'è così,» - disse il Re,» - « mantenete la parola; ma, fori di palazzo e del Regno; qui non vi ci voglio nessun de' due.» - Dopo pochi giorni, fu fatto lo sposalizio. E poi gli sposi, montati con una cameriera dentro una vettura, se ne partirono per le poste per andare verso Parigi. Quando fu notte, Pietro, la sposa e la cameriera s'addormentarono in carrozza, e i vetturini, camminato per un pezzo in un gran stradone, arrivati a due vie, siccome era notte dimolto buia, invece di pigliare quell'a manca, sbagliarono e mossero i cavalli per quell'a manritta. Sicchè entrarono per una macchia folta, che non ci si vedeva lume. Eccoti, a un tratto, sbucano una gran quantità di bestie feroci; e assaltano i vetturini e i cavalli e li divorano in un momento. A quel rumore si sveglia Pietro. Chiama i vetturini e nessun risponde. Scende, e vede lì per terra soltanto gli stivali de' vetturini e gli zoccoli de' cavalli.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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