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      Era dimolti mesi, che Pietro stava con que' Maghi, quando un giorno il Mago gli disse: - «Tu m'ha' a vangare questo campicello, che ci vo' fare una sementa a modo mio.» - Pietro si messe subito a vangare; e, in quel mentre che vangava, eccoti, che vede l'uccellino, che gli aveva beccato l'anello, volare giù da una pianta nel lavorato a razzolarvi. Corre lesto a pigliar lo stioppo, tira all'uccellino e l'ammazza; e nel gozzo sente colle dita, che ci aveva sempre l'anello. Alla botta venne anche il Mago e dice: - «Che c'è?» - E Pietro: - «Eccovi, zio,» - perchè e' lo chiamava zio, - «la prova, ch'i' sono un galantomo e dicevo il vero, quand'entrai qui la prima volta. Io ho morto l'uccellino, che mi rubò l'anello; e l'anello l'ha sempre nel gozzo.» - Vennero allora nel palazzo; e, aperto il gozzo dell'uccellino, tiraron fuori l'anello tal'e quale. Dice il Mago: - «Ora, poi, tu ti puoi considerare come figliolo di me e padrone qui dentro quanto me; perchè proprio ho veduto, che siei un bravo ragazzo e non sai dir bugie.» - Tuttavia Pietro non era contento di star rinchiuso in quel giardino; e sempre s'appalesava voglioso d'andar via. Sentita il Mago questa sua idea ferma, per il ben, che gli voleva, non aveva cuore di contraddirlo. Un giorno gli disse: - «Senti, di qui a escire c'è gran pericoli, perchè il paese di fuori è tutto pieno di bestie feroci. Anzi, non so, come tu sia scampato da loro prima di entrar qui dentro. Ma, se tu aspetti, io conosco quando ci sarà tempesta in mare: e, quando c'è tempesta in mare, l'acqua arriva per insino alla cresta del muraglione, e ci vengono i bastimenti e li legano a que' campanelloni, che tu avra' visti.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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