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      Dice il cameriere: - «C'è un omo a posta, che cerca servitori per gli altri. Se volete, tra poco ha da venir qui, potete parlar con lui.» - L'omo venne e le du' donne gli dissero i' loro pensiero. Dice l'omo: - «Oh! appunto manca il coco e il cameriere al Governatore novo della città. Vi metterò lì.» - Fatti i patti, la figliola del ciabattino pigliò il posto di coco e la su' cameriera quello di cameriere: ma nè Pietro le riconobbe, nè loro riconobbero punto Pietro. Passato diverso tempo, dice un giorno Pietro alla su' moglie, la figliola del Governatore: - «Oggi non sono a desinare: m'hanno invitato fori certi signori e ti lascio sola.» - E la moglie: - «Allora, io anderò in villa dal babbo, per qualche giorno, a tenergli compagnia.» - E così fecero; e ognuno andò pe' su' versi. In casa, eran rimasti il coco e il cameriere, cioè, quelle du' donne vestite a quel modo. Dice il coco al cameriere: - «Vo' pulire per bene la cucina. Fammi il piacere, piglia per un po' quest'anello
      , che mi dette il mi' sposo, quando ci si sposò, che non lo vorrei sciupare. Me lo renderai domani, dopo finite le faccende.» - Il cameriere prese l'anello e se lo messe in dito; e poi, andò a rifare la camera de' padroni. Ma lì, anche lui, per non isciupare l'anello, se lo cavò e lo messe sul cassettone, per poi ripigliarlo; e invece se ne scordò. La sera, torna Pietro, cena e va a letto. Quando la mattina si levò, e' vedde luccicare l'anello sul cassettone: - «Di chi è quest'anello?» - Lo prende e gli pare di riconoscerlo.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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