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      Dice la mezzana: - «Bada, Tonino, che be' pali svelti e diritti! Se s'avessano a casa, quanti ma' be' fusi per filare.» - «A casa, a casa,» - disse Tonino servitore: - «Vo' avete rammentato cose da donne.» - E bisognò ritornare alla città dal Re. Il Re s'era messo per perso; ma eccoti, va da lui Fanta-Ghirò e lo supprica di mandarla lei alla guerra. Dice il Re: - «Tu sie' troppo bambina! Non son rinuscite quell'altre a bene, che vo' tu, ch' 'speri 'n te?» - «Che mal ci sarà egli a provarmi, babbo? Vedrete, che non vi farò disonore, se mi mandate.» - Volse il Re provare anche lei, e al servitore gli diede i medesimi comandamenti: 'ntanto Fanta-Ghirò si vestì da guerrieri, colla su' spada, le pistole, la montura; pareva un bel dragone valoroso. Montano a cavallo e via, coll'assercito dreto. Passano il canneto, passano la palaia, e Fanta-Ghirò zitta. Arrivati al confino, Fanta-Ghirò si volse abboccare col Re nimico, che era un bel giovinotto sderto. E lui, a male brighe vedde Fanta-Ghirò, disse in tra di sè, che gli era una donna; e la 'nvitò al su' palazzo per parlarsi meglio delle ragioni della guerra prima di battagliare. Quando questo Re fu al palazzo, corse da su' madre, e gli raccontò del guerrieri, che comandava l'assercito contrario, e che l'aveva condotto con seco per l'abboccamento: - «Oh! mamma, mamma!» - scramava dalla passione, che si sentiva nel core:
     
      - «Fanta-Ghirò, persona bella,
      Du' occhi neri, drento la su' favella:
      Carissima madre, mi pare una donzella.» -
     
      Dice su' madre: - «Portala in nella stanza dell'armi.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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