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      Ma son sempre dell'istessa idea:
     
      «Fanta-Ghirò, persona bella,
      Du' occhi neri, drento la su' favella:
      Carissima madre, mi pare una donzella.» -
     
      Dice la madre: - «Tu m'hai l'aria d'un matto. Ma fa' anco questa di prove. Menala a letto con teco. Se è una ragazza, dirà di no.» - Il Re andò subbito a trovare Fanta-Ghirò: - «Quanto i' sare' contento, se voi volessi vienire a dormir con meco.» - «Sarebbe il mi' piacere, Maestà,» - disse lei: - «Se lei vole, sia pure: stasera si dormirà assieme.» - Prima di mettersi a letto, però, volsano cenare; e il Re aveva fatto un grand'apparecchio di bottiglie, e a Fanta-Ghirò la bottiglia gli era alloppiata; ma lei furba, non beveva. Quando furno al fine del mangiare, dice lei: - «S'ha da fare un brindesse prima d'andare a letto.» - Si baciorno, si presano a braccetto, e Fanta-Ghirò cantava:
     
      - «Bevi su, compagno,
      'N sennò t'ammazzerò:» -
     
      E il Re arrispondeva:
     
      - «Non m'ammazzar, compagno,
      Perchen'io beverò.» -
     
      E 'ntanto, lui beveva, insenz'accorgersene, la bottiglia alloppiata. Sicchè, quando fu 'n cammera, si buttò nel letto e intrafinefatta s'addormentò, che russava com'un animale. Allo svegliarsi della mattina, il Re vedde Fanta-Ghirò bell'e 'n piedi e tutta vestita da dragone, e non potiede sapere, se era donna o omo. Figuratevi le disperazioni e la passione! Non poteva più campare. Il Re torna da su' madre, che cominciò a gridarlo fortemente della su' mattia. Ma lui badava a dire:
     
      - «Fanta-Ghirò, persona bella,
      Du' occhi neri, drento la su' favella:
      Carissima madre, mi pare una donzella.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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