Questa gallina, la fece l'ovo. E la donnina, la lo prese e ne fece una frittatina picchina picchina picchina, e la la messe a freddare alla finestra. Passa una mosca e gnene mangia: figuratevi, che frittata avea da esser quella![1] La donnina la va da il Commissario e gli racconta il caso. - «Oh!» - dice - «quando voi la vedrete, la mosca, tenete questa mazza» - e gli dà una mazzettina - «quando voi la vedrete, picchiatela, ammazzatela.» - In quel tempo, la gli si mette su il naso a questo Commissario una mosca. La donnina, lei, la crede, che sia quella; e gli dà una bastonata, come gli aveva detto, e rompe il naso a il Commissario.[2]
NOTE
[1] Questa frittata, veramente omeopatica, mi rimette in mente un raccontino, una novelletta del Tresatti, ignota al Gamba, al Borromeo, al Passano, al Papanti, eccetera, eccetera (e degna di rimanere ignota) che ricavo dalla sua edizione de' cantici del Beato Jacopone da Todi. - «Voleva uno cuocer funghi: et dimandava ad un vecchio, come ciò far potrebbe a fin che riuscissero assai buoni a mangiare. Io te l'insegnerò, disse il vecchio; che saranno ottimi. Piglia de' funghi sì poco, quanto sia l'ugna del tuo dito piccolo et non più; et mescola seco et sbatti dell'ova fresche et del formaggio buono grattato et del butirro. Et vi aggiungeva dell'altre cose sì fatte. Et conchiudeva: Or vatti con dio, che, cocendo tai funghi con diligenza, saranno stupendi buonissimi.» -
[2] Vedi Vita , Pentimento, e Morte , di , Pietro Bailardo , con , Pulcinella , accarezzato da' diavoli e spaven , tato dall'ombra di Merlino , Tragicommedia Magico-spettacolosa , in quattro atti.
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