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      Va per entrare in casa, c'era la capra ferrata: - «Chi va là?» - «Son io. Son la capra ferrata, con la bocca di ferro e la lingua di spada; e, se t'entri drento, ti affetto come una rapa.» - Questo poero bambino si messe sulla porta a piangere. Pasṣ una vecchina: - «Cos'hai, bambino mio, che piangi tanto?» - «Cos'ho? I' ho lasciato la porta di casa aperta, per andare a trovare mia madre. Mi ci è entrato la capra ferrata. Non so come fare a mandarla via.» - «Quanto tu mi dai, te la mando via io?» - «Da mia madre vi faccio dare quel, che volete, basta che me la mandate via.» - «Mi devi dare tre staja di grano; io te la mando via.» - Va a picchiare all'uscio di casa: - «Chi è?» - «Son io.» - «Son la capra ferrata, con la bocca di ferro e la lingua di spada; e, se t'entri drento, ti affetto come una rapa.» - Quella donna disse a quel bambino ĺ: - «Senti, bambino mio; non m'importa di quelle tre staja di grano; ma io non te la mando via davvero.» - Questo poero bambino non faceva altro che[2] piangere. Pasṣ un vecchio: - «Cos'hai, bambino mio, che piangi tanto?» - «Poerino! sono disgraziato. Ho lasciato l'uscio di casa aperto. Mi c'è entrato la capra ferrata. Non so come fare per mandarla via.» - «Se te mi dai quattro forme di formaggio, te la mando via io.» - «Se me la mandate via, quando torna mia madre, io ve le faccio dare.» - Va a picchiare alla porta e domanda: - «Chi va là?» - «Son la capra ferrata, con la bocca di ferro e la lingua di spada; e, se t'entri drento, t'affetto come una rapa.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708