A rivederci!» - E chi s'è visto s'è visto. Zufilo ci ha ancora da tornare a pigliare il barile voto. Manfane e Tanfane perdono 'l capo, nel vedere Zufilo tornare sempre dalla città, carico di quattrini: astiosi, l'invidia se li mangiava vivi. Gli andarono incontro a Zufilo; e un di loro gli domandò: - «O di dove gli ha' tu cavati tanti quattrini?» - «Guà!» - rispose Zufilo: - «I' ho fatto così e così; i' gli ho presi 'n sulla cacca melata. Provatevi anche voi.» - «Sì sì, che si proverà. S'ha a fare anche meglio di te.» - E subito, accomodano due barili di sterco, ricoperto con miele sopraffino; e il giorno dopo, a bruzzolo, via alla città. - «Si vende cacca melata. Chi la vole? Ohè!» - Càpitano, per su' disgrazia, dinanzi la bottega di quello, che aveva comprata la cacca melata da Zufilo; gli sente e esce fori con un randello: - «Brai Mei!» - gli dice: - «Aresti a essere della stessa genìa di quell'altro, che mi messe in mezzo. Ma, per zio, me l'avete a pagare.» - E picchia ch'i' ti picchio senza rembolare; non gli dette neanche il tempo di rispondere. Accorse gente a quel chiasso. E tutti addosso a Manfane e Tanfane, che gli ebber dicatti di mettersi a correre e scappare a più non posso, buttando via i barili. E arrivarono a casa coll'ansima e alleniti, tutti pesti e più morti che vivi. Quando si furono un po' rimessi, Manfane e Tanfane, pensavano tra di loro: - «Eppure questo giucco ci ha minchionato, e come ci ha minchionato, per du' volte. Ma gli s'ha a far pagare.» - Dice Manfane: - «Ammazziamolo.
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