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      Tu non dicesti ch'i' gli avevo a dar dell'occhiate?» - Sclamò il Savio: - «Oh! birbone, imbecille! Tu ha' guasto le capre! Tu sie' la rovina di questa casa271!» - Passorno de' giorni e il Savio gli era andato al mercato per le su' faccende; dice il Savio: - «Abbi giudizio e provvedi alla casa.» - In quel mentre che il Savio stava fuori, ecco passa un pentolaio: - «Pentolaio, donne: tegami e pentoli, chi ne vole?» - Lo sente il Mattarugiolo e si fa 'n sulla porta: - «Ohè! galantomo. Quanto volete voi di tutto il cacciucco?» - «Il corbello pieno costerà dieci paoli. Che volete comprare ogni cosa?» - «Sì; perchè bisogna ch'i' provvegga alla casa.» - E insenza altri discorsi, il Mattarugiolo sale in cammera e dalla cassa piglia ecc. una muneta di dieci paoli, che c'era dentro, e la dà al pentolaio per valsente del su' corbello di cocci; poi gli mette tutti 'n fila nella cucina. Torna il Savio dal mercato e vede quello spettacolo; dice: - «Chi ha porto tutti questi cocci?» - «Gli ho compri io per provvedere alla casa.» - «Oh! i quattrini chi te gli ha dati?» - «Gua'! I' gli ho presi dalla cassa: quel coso tondo luccichente, che c'era.» - Il Savio stiede in sull'undici once di picchiarlo il Mattarugiolo a quella brutta notizia: - «Oh! poero me,» - sclama, - «tu mi vo' proprio rovinare.» - Dopo del tempo, il Savio dovette dilontanarsi di casa e gli era di verno; chiama il Mattarugiolo, prima di partire, e gli fa una bella predica. - «Non fare al solito. Tien la testa con teco e bada alla casa.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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