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      » - E Marco, per fargli dispetto, 'un dava nulla. Insomma i suoi nipoti: - «Zio prete, avete fame?» - E Marco per fargli dispetto: - «Che! Che! ha mangiato, non ha fame.» - Il prete cert'occhiacci gli faceva a Marco. Il prete gli discorre nell'orecchio a Marco, che l'aveva accosto. Dissero i nipoti: - «Cosa l'ha lo zio, cosa l'ha?» - Il prete rispose: - «Niente, niente.» - Allora rispose Marco: - «Sa, si vergogna a dirvelo, gli dole il corpo, vorrebbe andare a letto.» - Si figuri questo prete, dalla rabbia non vedeva lume. E costì per bene, presero un lume e lo portorno a letto, ma assieme ci andava Marco a dormire con il prete. Marco, quando l'ebbe mangiato, volle andare a letto. Appena fu entrato in camera, va dal suo padrone e gli domanda se l'è adirato. Sicchè l'andò a letto Marco con il prete! tutta la notte rivolta rivolta. Rivoltoloni, che aveva fame, 'un ne poteva più. - «Senti, Marco; hai veduto dove hanno riposta quella farinata, che hanno dato a te?» - Che gli avevano dato a Marco polli e farinata. - «Vo a pigliarmela e me la mangio qui nel letto. Ma io ho paura di non ritrovare il letto.» - «Senta, non ha un gomitolo di spago in tasca? Lo deve legare alla gamba del letto, e lo ritrova.» - «Guarda, tu dici bene.» - E costì, questo prete tanto fa, che va in cucina; e trovò la
      'nfarinata e la carne; e Marco, mentre che il prete era in cucina, prende il filo, che gli aveva legato alla gamba di il letto, e va a legarlo a il letto degli sposi, che era in una camera lì accosto.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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