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      In quest'uomo gli occhi infossati, dai riflessi metallici, la fronte bassa ombreggiata da capigliatura arruffata, la carnagione livida e specialmente la bocca ampia, protratta, atteggiata a sogghigno, che lasciava scoperte le punte di due robusti canini, le grosse labbra tumefatte, accusavano insolita energia e ad un tempo istinti brutali.
      Nida spaventata, tentò invano di divincolarsi e di reagire, fece echeggiare la selva delle sue grida e dei suoi gemiti disperati, cui si univano i lamenti dei fratellini, i quali, incapaci di proteggere la misera fanciulla, corsero piangendo alla dimora della famiglia per invocare aiuto; ma al difensore naturale, al padre, non potevano ricorrere, perchè da poco un malore improvviso l'aveva rapito al loro affetto, malgrado gli scongiuri dei maghi e le pratiche superstiziose intese a placare gli spiriti maligni.
      Appena edotta del caso toccato a Nida, la vecchia madre di lei, in preda alla disperazione, si coprì di cenere le chiome scarmigliate e corse a precipizio nel vicinato per raccontar l'accaduto ai famigliari, e chiedere loro assistenza e consiglio; si prostrò poi, gemendo, dinanzi al capo ed ai notabili della tribù, sollecitando il loro intervento perchè le fosse restituita la figliuola; ma tutti le risposero con parole di compassione, senza offrirle alcun aiuto. La esortarono invece a rassegnarsi all'ineluttabile e a rispettare le consuetudini del paese che concedevano ai guerrieri il diritto di conquistare la propria compagna, purchè fosse nubile, colla violenza o coll'insidia.


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Fra le nebbie del passato
Cacce battaglie e amori degli antichi liguri
di Arturo Issel
Nicola Zanichelli Editore Bologna
1920 pagine 69

   





Nida