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      Si provveda alla scorta per il lungo viaggio, colla selvaggina da lui preferita!"
      Accumulata poca terra sull'avello, accesero sopra di esso un vivo fuoco, e vi misero ad arrostire le carni di un capretto per il pasto funebre.
      Accoccolati intorno al sepolcro, i cavernicoli mangiarono avidamente; ma la madre del defunto seduta in disparte, col capo chino e il volto nascosto fra le mani, in atto di cupo dolore, non partecipò all'agape. Quando questo fu finito con copiose libazioni di cervogia, sorse Nasche il canuto, la cui fronte rugosa sembrava scolpita nel vecchio avorio, e, digrignando i denti, si fece ad imprecare contro lo straniero omicida e ad incitare i superstiti alla vendetta. Le sue parole fecero profonda impressione sugli astanti ed esaltarono i loro propositi bellicosi. Alcuni di essi, con piglio truce, brandivano le armi ed avrebbero agognato di affrontare immediatamente il nemico.
      Il Cornei e Nida, seguirono il funebre corteo e parteciparono alla cerimonia dell'inumazione, fingendo di associarsi al comune cordoglio, mentre si compiacevano segretamente del caso che li aveva liberati da un implacabile nemico.
      Frattanto vecchi e donne, ossequenti alle avite costumanze, si adunarono in un addentramento della grotta e illuminati da un tizzone ardente adempirono alle pratiche di un culto misterioso, procurando cosí di placare le divinità tutelari, certamente irritate contro i Sabazi, i quali trascuravano l'osservanza dei riti insegnati dai loro maggiori; non così i più giovani, che rimasero estranei a siffatte manifestazioni, sogghignando in atto di spregio.


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Fra le nebbie del passato
Cacce battaglie e amori degli antichi liguri
di Arturo Issel
Nicola Zanichelli Editore Bologna
1920 pagine 69

   





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