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      Questi, pronti all'allarme, e del pari a dimenticare il pericolo che non apparisse immediato, tornarono in breve alla pristina quiete e si dedicarono, gli uni alle consuete imprese venatorie, gli altri ai traffici e alla navigazione, che si praticavano in modi propriamente rudimentali. Di tali traffici porgerò un esempio tipico.
      Mentre il mare è placidissimo e il cielo perfettamente sereno, di contro alla riva deserta che si estende a ponente di Varigotti, approdano due piccole navi greche, provenienti da Massilia, le quali già erano segnalate dagli uomini collocati in vedetta sulla vetta del monte Caprazoppa. Alcuni marinai scendono a terra e, dopo aver osservato i dintorni con fare guardingo, come di chi intuisca un pericolo, depositano a terra, sulla rena in piccoli cumuli, merci diverse, offerte a titolo di scambio agli abitanti del litorale: consistono in piccoli bronzi, specialmente fibule, spilloni, accette e pugnali, in grani d'ambra, e in pezzi di tessuti di vivi colori. I Greci ritornano poi a bordo, ma in prima avvertono del loro arrivo gli indigeni, con forte e misurato battere di mani, che si ode ad una certa distanza.
      Trascorso breve tempo, e, mentre le navi sono mantenute mediante i remi in vicinanza della riva, sopraggiungono alcuni Sabazi, onusti delle proprie derrate, cioè: pelli, favi di miele, pani di cera, vasi colmi di idromele, selvaggina, e le abbandonano sulla spiaggia dopo aver ritirato gli oggetti loro destinati. Essi procedono poscia alla ripartizione di questi ultimi, che sembra malagevole e laboriosa, suscitando le proteste di coloro cui sembra di essere poco favoriti dalla permuta.


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Fra le nebbie del passato
Cacce battaglie e amori degli antichi liguri
di Arturo Issel
Nicola Zanichelli Editore Bologna
1920 pagine 69

   





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