Dinanzi alla tua immagine, impallidisce ogni memoria più cara".
Dopo questo dialogo, il volto del Nibbio parve abbuiarsi per effetto di un mesto presentimento. "Oggi una strana oppressione, soggiunge, mi fa presagire qualche sciagura, forse perchè sono troppo felice, forse perchè l'amor nostro è insidiato da qualche spirito nemico. Non udiste poco fa la voce stridula della civetta?"
Allontana, o mio Signore, queste sinistre ubbie, replica Ero, pensa solo che nulla si oppone al nostro scambievole affetto, che durerà perennemente
.
Mentre gli amanti si scambiavano fervide parole d'affetto ed appassionati amplessi, poco lunge, nascosta da un folto cespuglio, una giovane donna, che aveva nonne Taicina, li spiava, frenando a stento fiero rancore nato da amore deluso. Costei era una fanciulla assai formosa, ammirata per la vivacità degli occhi, per fattezze regolari, quantunque un po' grossolane, e specialmente per le profuse chiome nere, che le ricadevano sugli omeri. La sua bellezza virile aveva fissato l'attenzione di parecchi giovani della tribù ed anche quella del Nibbio, il quale aveva pensato un momento di scegliere in lei la propria consorte. Senonchè, dopo la comparsa di Ero, non faceva più mistero della indifferenza che provava per la sua prima fiamma, d'onde la gelosia e i propositi di vendetta concepiti dalla Taicina.
Il sortilegio.
Dopo avere assistito fremendo al dialogo che feriva così crudelmente il suo cuore, e le dimostrava come una rivale le avesse rapito l'affetto del giovane guerriero, Taicina si allontanò smarrita, e recatasi per pochi momenti nella propria capanna, ne uscì portando seco un agnello neonato del quale aveva legato le zampe a due a due.
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Fra le nebbie del passato
Cacce battaglie e amori degli antichi liguri
di Arturo Issel
Nicola Zanichelli Editore Bologna 1920
pagine 69 |
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