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      Intanto Nida osservava l'aspetto giovanile e il portamento dignitoso di Sestio, provando per lui un senso di viva commiserazione, dal quale germogliò ben presto il pensiero di sottrarlo alla sua triste sorte.
      La donna si fece allora a distribuire idromele ai guerrieri addetti alla vigilanza dei prigionieri. La stanchezza e la bevanda inebbriante non tardarono ad esercitare sui Liguri un'azione sì deprimente che l'uno dopo l'altro si accoccolarono appoggiati alla propria lancia, chiusero gli occhi e si abbandonarono al sonno. Quando, a notte fatta, parve a Nida che il momento fosse opportuno, si avvicinò al romano fingendo di porgergli da bere, e, non vista, sciolse i suoi ceppi, additandogli silenziosamente l'uscita della grotta. Sestio alla sua volta, si affrettò a liberare il compagno, ed entrambi, procedendo carponi, varcarono la soglia e, spiccato un salto sulla rena sottostante, si diedero a precipitosa fuga.
      Uno dei dormienti, destato all'improvviso dai passi dei due stranieri, mise un grido di allarme, e tosto tutto il campo, levato a rumore, si fece ad inseguire i fuggiaschi. Questi si dissimulano fra i cespugli, e, ad onta dell'oscurità, sono bersagliati dalle freccie, finchè Pitea, rallentata la corsa per attirare su di sè l'attenzione e salvare il compagno, vien colpito nel fianco e cade.
      Mentre i Liguri s'indugiano attorno al ferito, che sta per soccombere, Sestio raddoppia di velocità, si sottrae ai suoi persecutori e, superati balze e burroni, guadato un impetuoso torrente, raggiunge estenuato dalla fatica, le prime scolte di una legione romana accampata in una radura.


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Fra le nebbie del passato
Cacce battaglie e amori degli antichi liguri
di Arturo Issel
Nicola Zanichelli Editore Bologna
1920 pagine 69

   





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